A volte mi è capitato di desiderare di mettere il mondo in pausa, come si fa con il telecomando della TV quando si vuole un momento di pausa mentre si guarda un film… il mio ritmo di vita era così intenso che desideravo una “pausa” per fermarmi un po’, per dedicare del tempo a me… niente di che, un paio di settimane, un mesetto… da quando la mia vita è stata scossa e sono di nuovo single ho sempre dovuto trottare alla velocità della luce per mantenere in piedi un sistema che mi permettesse di vivere con una certa serenità. Ho esplorato varie strade, sono caduta, mi sono fatta male, mi sono rialzata, mi sono rimessa in gioco e all’inizio del 2020 ero pronta per partire con una nuova avventura.
Quando l’Universo ha deciso di mettere il mondo in pausa.
Era quello che desideravo, avrei dovuto esserne felice. Invece mi sono ritrovata in un frullatore che gira a velocità ancora più alta. Con la responsabilità di supportare la crescita di qualche centinaio di imprenditori e professionisti, mentre tutti andavano in pausa mi sono rimessa in gioco per mantenere la mia promessa a loro. Io non mollo. Io non li mollo.
Facciamo un passo indietro.
Negli ultimi anni mi sono dedicata al coaching e alla formazione. Mi chiedo sempre: visto che al lavoro passiamo la maggior parte del nostro tempo di veglia, come sarebbe se quel tempo fosse anche un tempo piacevole e costruttivo, che ci permette di stare bene e realizzarci, magari poi contaminando con questo approccio anche altre persone e altre sfere della nostra vita? In questo modo si abbatterebbe quel confine a volte così netto tra la sfera lavorativa e la sfera personale. Perché secondo me l’obiettivo non è trovare il punto di equilibrio tra queste due dimensioni, è creare armonia nella nostra vita, che non è fatta a compartimenti stagni. E se abbattiamo quei confini che spesso dalla nostra mente si concretizzano anche nella vita reale, possiamo sentirci più liberi di esprimere noi stessi in tutte le dimensioni che viviamo, nella relazione con noi stessi, con i nostri familiari, con gli amici, nell’ambiente di lavoro, nell’interagire con il mondo esterno in generale.
Ho scelto di applicare il coaching e la comunicazione empatica per aiutare imprenditori e professionisti a crescere attraverso il marketing relazionale. Nella mia visione, networking significa mettere in connessione persone, bisogni, progetti, idee, sogni, per creare il futuro che desideriamo. Senza limiti, senza confini.
Oggi viviamo una situazione particolare. Siamo costretti a vivere nei confini di casa, eppure ci rendiamo conto di quanto qualsiasi cosa facciamo abbia un effetto sugli altri. Siamo tutti connessi, non possiamo sganciarci e scendere dalla giostra. Questo ci costringe a rivisitare le nostre priorità, individuali e comuni. È il momento della responsabilità, le persone che abbiamo intorno hanno bisogno di ascolto, comprensione, aiuto.
Quando il pescatore non può pescare ripara le reti, si dice.
E come non mai, oggi vedo imprenditori e professionisti che, dopo un momento iniziale di disorientamento, già guardano oltre. Chi ha rifocalizzato la propria attività, chi studia e si aggiorna, chi sta preparando un piano di efficientamento dei processi, chi sta cogliendo l’occasione della tecnologia (quanto abbiamo imparato sotto questo aspetto, in quest’ultimo mese?) per creare nuove opportunità… il denominatore comune che riscontro è la solidarietà, l’attenzione all’altro. Tutti stiamo riscoprendo le relazioni familiari. Tutti noi sappiamo che il mondo non sarà più lo stesso.
Io sento la responsabilità di dare il mio meglio per aiutare gli imprenditori e i professionisti nelle community che coordino a ripartire insieme, senza lasciare indietro nessuno, e se volevo una pausa, beh… dovrò aspettare, sto lavorando il triplo! Ma sono felice perché so che sto contribuendo a scrivere la storia della ripresa economica e sociale in questo mio pezzetto di mondo. Sono una combattente nata, e sono in campo, senza paura, senza confini, con tenacia e coraggio da vendere, accanto ai miei compagni di viaggio.