Immagina che…
… dopo una lunga semina, finalmente sei riuscito a fissare un incontro con il Direttore Acquisti della Pincopallo SpA. Un accordo quadro con lui ti darebbe prestigio agli occhi del tuo team, ti farebbe guadagnare una promozione e un bel bonus. Ti sei preparato, sei “in tiro”, arrivi con qualche minuto di anticipo. Sei professionale. Ti trovi in sala riunioni e stai scambiando due parole con i tuoi interlocutori quando arriva lui, il dottor Primo Scarpa: viso rasato a metà, capelli (pochi) azzurri, camicia arancione délavé, giacca verde a quadri, cravattino bianco e rosso a pois, pantaloni della tuta bianconeri, un calzino viola e uno bluette con le 5 dita, uno stivale da equitazione e un infradito. Sorridendo, ti allunga la mano e dice: “Buongiorno, lei dev’essere il signor Carlino… piacere, sono il dottor Primo Scarpa, Direttore Acquisti della Pincopallo”.
Quale sarebbe la tua reazione?
Hai ragione, ho un po’ esagerato per farti sorridere, ma quando mi sono trovata in una situazione simile mi sono sentita decisamente spiazzata: il look era fuori luogo rispetto al contesto aziendale, e anche se la credibilità non è legata né al titolo della persona né al ruolo che svolge in azienda, non ho potuto fare a meno di chiedermi fino a che punto è vero che l’abito non fa il monaco… il fatto è che quando incontriamo una persona per la prima volta, il nostro istinto decide in pochi secondi se possiamo sentirci al sicuro e fidarci oppure no. Certo, poi entrano in gioco anche altri fattori, ma la percezione di coerenza è un elemento fondante della credibilità.
La Treccani definisce la coerenza come l’unione tra tutti gli elementi di un tutto. Aggiungerei che la coerenza è anche sincronia e armonia, mi piace l’idea che tutti gli elementi convergano e collaborino per inviare al mondo esterno un messaggio euritmico e trasparente.
Un messaggio di coerenza si produce quando il tutto che abbiamo dentro di noi è allineato, a partire dalle convinzioni, cioè quello che crediamo su di noi, sugli altri, sul mondo e sulla vita. Infatti, le nostre convinzioni e credenze determinano i nostri pensieri, che si esprimono ogni volta che entriamo in contatto con gli altri. Quando diciamo quello che pensiamo e pensiamo quello che diciamo, ci comportiamo in modo armonico e fungiamo da esempio, diventando un riferimento nel nostro ambiente. Nel tempo, quello che siamo, pensiamo e facciamo crea il nostro stile di vita, che è imperniato sui nostri valori. E così si delinea il nostro destino.
È il messaggio del Mahatma Gandhi:
“Le tue convinzioni diventano i tuoi pensieri,
i tuoi pensieri diventano le tue parole,
le tue parole diventano le tue azioni,
le tue azioni diventano le tue abitudini,
le tue abitudini diventano i tuoi valori,
i tuoi valori diventano il tuo destino.”
Parole che mi rimandano all’idea di puntini che piano piano si uniscono, chiudendo il cerchio. Che ne pensi?