“Vorrei avere coraggio…”
“Quanti chili ne vorresti?”
È un classico giochino di linguistica che ci aiuta a capire che il coraggio non è qualcosa che si ha, il coraggio è qualcosa che si fa.
Vediamo un esempio. Una mamma che sto aiutando (di cui accenno la storia con il suo permesso) si trova in una situazione molto complicata. Suo figlio è in difficoltà con la scuola, apatico, si è chiuso in se stesso e non parla, quando lei lo stimola lui si ribella con aggressività. Lei sa benissimo che tutti gli adolescenti sono un po’ nella stessa situazione, è anche l’età del processo di individuazione e separazione che l’adolescente deve necessariamente compiere per trovare il suo posto nel mondo. E sa benissimo che è un periodo in cui la spinta verso la sperimentazione del nuovo e rischioso è alimentata dalla tendenza a vedere i benefici minimizzando i rischi. A questo si aggiunge the oggi l’uso di sostanze è diffusissimo tra gli adolescenti, alle superiori il preside le ha riferito che le forze dell’ordine non escono nemmeno più, tanto… Ma suo figlio è incappato in un giro distruttivo molto più grande di lui.
Nella sessione di coaching dedicata a delineare il suo obiettivo, lei non ha esitato un secondo: amo mio figlio e lo voglio proteggere, voglio aiutarlo a crescere e costruirsi un futuro che lo possa rendere felice. Da coach l’obiettivo va definito in modo un po’ più specifico, ma come mamma mi ha colpito la sua determinazione. Era disposta a fare qualsiasi cosa, mettere in gioco la sua relazione con il figlio, con il marito e addirittura la sua incolumità. Sta affrontando la situazione giorno per giorno, ci sono momenti in cui si scoraggia e momenti in cui si sente forte e nel giusto. Quando le ho chiesto cos’è che la fa sentire forte e nel giusto, mi ha risposto: “io vedo la sua anima, mi sta chiedendo aiuto e io mi sento il capitano di una nave in mezzo a una burrasca, la condurrò verso acque chete.” Chapeau, capitano coraggioso.
Tutti noi viviamo situazioni in cui ci scoraggiamo e altre in cui ci sentiamo forti. Semplifico per chiarezza. Mi sento scoraggiata quando sento di non riuscire a risolvere una situazione, o perché penso di non avere le risorse necessarie o perché entrano in gioco altri fattori che non posso controllare. D’altro canto, mi sento forte quando sento di avere tutte le risorse che mi occorrono per affrontare la situazione o comunque sento di poter contare su un supporto esterno. Ti ci ritrovi? Beh, sì, dirai, ma allora basta sviluppare una bella gamma di risorse, così poi ho tutto quello che mi serve? È davvero tutto qui?
Sì e no.
Sì, è senz’altro molto utile allenare e affinare le risorse che abbiamo già dentro di noi. È quello che fa quotidianamente un genitore, un insegnante, un educatore, un allenatore sportivo… e indirettamente lo fanno anche i modelli che seguiamo, dagli amici ai cantanti, agli atleti, agli attori che ci piacciono, in senso lato la società in cui viviamo.
E no, non è tutto qui: l’allenamento è molto più efficace se hai uno scopo. Perché si innesca una reazione a catena: più lo scopo è motivante ed elevato, più diventi consapevole; e più diventi consapevole della situazione, più riesci a scegliere con lucidità e determinazione; e più scegli con determinazione, più cresce il senso di fiducia e coraggio che puoi affrontare qualsiasi cosa.
Sai bene che non ti chiedo di credermi sulla parola, sperimenta!
Qual è lo scopo per cui fai quello che fai? Qual è la spinta che guida le piccole e le grandi scelte della tua vita?