Cosa vuoi dalla vita? Il meglio, è ovvio… un lavoro che ti faccia sentire realizzato, la conferma da parte del mondo esterno che sei capace e meritevole, relazioni che ti fanno sentire amato e felice, una salute da farti sentire vitale e campare cent’anni.
Guardiamo la realtà: siamo sempre al meglio? Ci piacerebbe!
È possibile essere sempre al meglio? Sì. E’ una scelta.
Siamo abituati all’idea che il nostro operato è sempre giudicato dagli altri, che ci danno la loro approvazione a patto che ce la meritiamo: un genitore, un insegnante, il nostro capo, gli amici, il partner… il mondo esterno guarda quello che facciamo, come viviamo, e ci offre modelli di riferimento, per poi valutarci in base a quanto ci avviciniamo a quei modelli.
E quei modelli ci dicono “devi essere forte”, “devi essere bravo”, “devi essere…”. Ma davvero basta dirsi “oggi voglio essere brillante” per esserlo davvero? E se non mi sento brillante, come faccio? Se riesco a mostrarmi brillante ugualmente sto indossando una maschera, se non ci riesco sono un fallimento.
La gestione dello stato d’animo è un ambito prioritario, nel mio lavoro di coach: i clienti capiscono velocemente che quando si riesce a scegliere lo stato d’animo come si scelgono i vestiti nell’armadio al mattino, tutto diventa più facile. D’altro canto, così come nell’armadio abbiamo vestiti più eleganti e più casual, adatti alla stagione calda e a quella fredda, in varie sfumature di colore, sul piano psicologico siamo esseri umani e abbiamo in dotazione una vastissima gamma di stati d’animo ed emozioni. Scegliere lo stato d’animo non significa scegliere la maschera da indossare, implica una consapevolezza profonda, cioè la capacità di “sentire” quello che stiamo vivendo per poi scegliere quello che è più in linea con noi. Perché quando siamo consapevoli e autentici, siamo liberi. E così riusciamo a dare piena fiducia quando siamo fiduciosi, concedendoci di sentirci insicuri quando siamo insicuri, goderci la sensazione di essere brillanti e centrati quando siamo brillanti e centrati.
Quando siamo autentici doniamo agli altri la nostra natura umana. Da coach, quando mi permetto di vivere quello che sento, sto dimostrando al cliente che può a sua volta sentirsi a proprio agio con quello che percepisce muoversi dentro di sé. Questa è la chiave di volta, nel processo di crescita e miglioramento. Purtroppo, il mondo esterno non ammette che ci mostriamo naturali, anzi, i modelli che ci propone nascondono spesso la loro vulnerabilità.
Ti capita di sforzarti per tenere una facciata? Con quale risultato e a quale prezzo? Che fatica!
Come possiamo attivare la nostra consapevolezza? Partiamo da noi stessi e impariamo a “sentire”, cioè a notare e accogliere le sensazioni e le emozioni che proviamo, i pensieri che si affacciano e si avvicendano nella nostra mente. Man mano che facciamo amicizia con le diverse sfaccettature della nostra personalità, riusciremo a scegliere quale è più utile nelle varie situazioni che viviamo durante la giornata.
Ora tocca a te, la sperimentazione che ti propongo è semplice, anche se non sempre facile. Durante la tua giornata, ogni tanto fermati a osservare, in quel preciso momento:
- Quale sensazione fisica stai notando?
- Qual è l’emozione che stai provando?
- Cosa stai pensando?
Evita di giudicare, nota soltanto. Idealmente, appunta le tue osservazioni in una sorta di diario. Col tempo, potresti renderti conto che ci sono sensazioni, emozioni o pensieri ricorrenti: se ti fanno stare bene coltivali, in caso contrario puoi scegliere di cambiarli. Nei prossimi post ti darò qualche spunto su come fare.
La parola chiave è: sentire, nel qui e ora.